
Autore: Banca Widiba
Data di pubblicazione: 19 dicembre 2024
Oro e Bitcoin come riserve di valore
“La gente usa il Bitcoin come un asset speculativo: è come l'oro, solo che è virtuale e digitale... Non è un concorrente del dollaro, è in verità un concorrente dell'oro": queste parole, pronunciate dal presidente della Fed, Jerome Powell, lo scorso 4 dicembre hanno spinto più di una riflessione. È mai possibile che un banchiere centrale possa equiparare, come molti guru digitali fanno da anni, il Bitcoin all'oro, la stessa ricchezza di cui sono pieni i caveau della Fed, come di tutte le banche centrali al mondo?
Il significato delle parole di Powell
Innanzitutto, la frase di Powell andrebbe chiarita: finora nessun banchiere centrale importante ha mai incoraggiato l'utilizzo del Bitcoin e, di solito, è un investimento che si accompagna all'avvertimento: "si rischia di perdere tutto". Piuttosto, la frase di Powell sembra fare una distinzione ormai ampiamente acquisita: anche se il Bitcoin è nato con la funzione di abilitare pagamenti peer2peer, privi di intermediari bancari, ad alimentare la domanda di questa "moneta" non è l'obiettivo di utilizzarlo come mezzo di pagamento.
Moneta fiduciaria vs Bitcoin: la natura della riserva di valore
Al contrario, il dollaro e tutta la moneta contante ha attrattiva solo come rapido strumento di scambio, accettato per legge nei territori dove ha corso legale. Non ha molto senso accumularlo per investimento di lungo termine, proprio perché le stesse banche centrali perseguono una lieve, ma costante inflazione che tende a eroderne il valore anno dopo anno.
Secondo i sostenitori del Bitcoin, questa criptovaluta si candida a diventare una riserva di valore che strutturalmente aumenta il suo prezzo nel lungo periodo, al contrario del potere d'acquisto della moneta fiduciaria tradizionale.
Bitcoin: scarsità e crescita del valore
A permettere questa rivalutazione è la creazione sempre più limitata di nuovi Bitcoin, che all'incirca ogni quattro anni si dimezza fino a esaurirsi del tutto una volta raggiunti i 21 milioni di Bitcoin creati. Anche la criptovaluta viene "creata dal nulla" come una moneta tradizionale, ma a differenza di quest'ultima non può essere prodotta tecnicamente all'infinito. Fintantoché cresce la domanda di Bitcoin, alimentata dall'aspettativa che altri lo considereranno una riserva di valore, i prezzi dovrebbero continuare ad aumentare, perché l'offerta di Bitcoin è limitata.
Oro: la risorsa finita e le sue caratteristiche uniche
Che cos'ha in comune l'oro con il Bitcoin? È una risorsa finita e, per quanto abbia utilizzi pratici non secondari come nell'industria e nell'oreficeria, aumenta di prezzo perché interessante come riserva di valore, più che come mezzo di pagamento.
L'oro è stato a lungo anche un mezzo di pagamento per via delle sue caratteristiche intrinseche apprezzate in ogni epoca: è il metallo più resistente all'ossidazione, il che lo mantiene lucente per millenni. Inoltre è facilmente lavorabile, il che ne fa il metallo d'eccellenza per gioielli e oggetti preziosi di ogni tipo. Come riserva di valore, poi, è eccellente: in poco spazio si può conservare una grande ricchezza e per via della sua resistenza, non richiede particolare manutenzione – salva la messa in sicurezza dai tentativi di furto.
Bitcoin: valore digitale e sicurezza tecnologica
Il Bitcoin non ha alcun valore intrinseco, al contrario dell'oro. Tuttavia, la sicurezza del sistema blockchain ha consentito finora di rendere il Bitcoin una moneta inviolata, se adeguatamente custodita.
Essendo "senza Stato" per definizione, permette di compiere transazioni in ogni parte del mondo senza limitazioni dovute a controlli di capitale e di agire evitando i sistemi di pagamenti tradizionali, che possono essere controllati da decisioni politiche. Questo rende il Bitcoin particolarmente amato da una certa fetta di anarco-capitalisti che non credono al governo pubblico della moneta, come strumento per il benessere collettivo.
I limiti del Bitcoin e i rischi associati
Quindi Powell ha ragione nel definire il Bitcoin un concorrente dell'oro? Sì, nel senso che entrambi hanno caratteristiche peculiari tali da renderli ambiti come riserve di valore. Questo, però, non significa che il Bitcoin sia come l'oro.
Innanzitutto, le sue caratteristiche di inviolabilità non sono state messe alla prova per un periodo paragonabile a quello del bene rifugio per eccellenza. Di conseguenza, si può essere ragionevolmente certi che l'oro avrà sempre una richiesta anche in futuro; sul Bitcoin la risposta è meno sicura. Fra i principali rischi ci sono la perdita di attualità della tecnologia blockchain o un suo superamento in termini di sicurezza dettato dagli avanzamenti della capacità computazionale.
In conclusione
In sintesi, Bitcoin e oro condividono il ruolo di riserve di valore alternative, ma differiscono profondamente nelle loro fondamenta: l'oro ha una stabilità garantita dalla sua natura fisica e dalle sue caratteristiche intrinseche apprezzate da sempre; il Bitcoin rappresenta una scommessa tecnologica e culturale, ancora soggetta a incertezze sia di mercato che normative.
Il rischio di scegliere il Bitcoin, anche per queste ragioni, può essere premiato con ritorni di gran lunga più elevati a quelli dell'oro.
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